All'asta i cesti del PalaDozza un sogno svenduto a tremila euro

Pignorati dai creditori di Gilberto sacrati, saranno venduti al miglior offerente. L'incanto giovedì. Sabatini: "Se posso mi compro il parquet"

Quanti palloni si sono insaccati nei canestri del PalaDozza quando la Effe era ancora la Effe, quando Basket City era ancora Basket City? A volte hanno fatto esultare, altre hanno fatto piangere. Ora quei canestri finiscono all'asta. Pignorati dai creditori di Gilberto Sacrati, saranno venduti al miglior offerente. Sono tra i beni all'asta nel sito dell'Istituto di vendite giudiziarie del Tribunale di Bologna, indicizzati come "n. 2 canestri da basket marca 'Sport Sistem' omologati Fiba". Giovedì, alle 15,30, si terrà l'incanto al termine della quale il vincitore firmerà un assegno e se li porterà a casa. Si parte da una base di tremila euro. Per un prodotto del tipo, un affare. Vuoi mettere il gusto di avere in giardino un canestro buono per l'Eurolega?
Una fredda descrizione, qualche foto, sembrerebbero oggetti come tanti altri, invece sono un simbolo, un ricordo di gioie e dolori. Il più intenso, forse, quando in quel cesto entrò il tiro da tre punti che Dusan Vukcevic aveva scagliato verso il canestro a 2 secondi e 20 centesimi dalla fine dell'ultimo derby tra la Fortitudo e la Virtus che la storia ricordi. Era il 29 marzo 2009, l'anticipo di mezzogiorno al PalaDozza. Quella tripla fissò all'ultimo respiro il 75-74 per le V, relegò la Fortitudo al penultimo posto della A e le diede una spallata verso il baratro. Ma questi sono anche i canestri in cui hanno fatto centro gli ultimi idoli, da Basile a Lamma, passando per Huertas, che pianse il giorno della retrocessione, e che nell'ultima stagione sono stati usati dalla Conad e dalle giovanili di Sacrati.Curioso destino: mentre nascono due nuove Fortitudo, vanno all'asta i canestri. Di proprietà di Sacrati c'è anche il parquet. Sabatini ha già garantito: "Se andrà all'asta, lo comprerò io". Per scollare la mattonella di Vukcevic e metterla nel museo bianconero.

articolo di Luca Bortolotti

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